Ricerca odontoiatrica /carie radicolare

Negli adulti l’incidenza della carie sembra essere sempre più alta. Una problematica che gli odontoiatri stanno tenendo sotto controllo.

La carie per i costi individuali e sociali, incide sul progresso, e preoccupa le autorità sanitarie nazionali e internazionali.

La localizzazione delle lesioni cariose nelle popolazioni adulte dell’età sopra menzionata è, frequentemente, sulle superfici radicolari; spesso con un interessamento dello spazio tra dente e gengiva.

Intercettare questi processi cariosi è talvolta difficile; la rapidità dell’evoluzione porta, nei casi più fausti, allo sviluppo di una lesione che coinvolge la polpa dentale, mentre nei casi più critici può determinare anche la frattura dell’elemento dentale (termoformatrice odontotecnico).

La patologia cariosa ha attirato l’attenzione di alcuni ricercatori irlandesi (Risk indicators associated with root caries in independently living older adults, Martina Hayes et al, Journal of Dentistry, 8-14, Agosto 2016) che hanno voluto determinare i fattori di rischio maggiormente associati allo sviluppo di carie della radice dentale.

Uno studio condotto su 334 adulti di età media vicina ai settant’anni si sono verificati: il numero di carie radicolari presenti, l’indice di placca, il flusso salivare, i denti con precedenti lesioni cariose già restaurate e le superfici radicolari esposte.

Risulta rilevante la carie presente negli adulti sottoposti al test (valore mediano 3,13 per soggetto), mentre tra i fattori di rischio, la precedente esperienza di carie e l’esposizione delle superfici radicolari, hanno ovviamente occupato un posto di rilievo.

Il fattore determinante della prevalenza della carie è stato quello della xerostomia, derivante in particolar modo all’uso di farmaci negli adulti.

La scarsa salivazione, in aggiunta ad un controllo della placca batterica latente, favorisce l’insorgenza negli adulti delle carie dentale.

A causa anche dei ritrattamenti gengivali e quindi di maggior rischio carie, fanno si che i livelli di prevenzione pongono l’odontostomatologo a intraprendere quando lo ritiene opportuno il mantenimento della salute dento-parodontale nei pazienti over 60 (UDS-K Ablatore ultrasuoni).

La tomografia computerizzata (TC)

Le tecniche ricostruttive impieganti raggi X comprendono fondamentalmente la tomografia computerizzata (TC), oggi presente in diverse forme.

La tomografia computerizzata o TC è un sistema di acquisizione digitale diretta dei dati di assorbimento dei raggi X da parte del corpo umano. Essa si basa sulla rotazione di un tubo radiogeno e quindi di un fascio di raggi attorno al paziente e sulla contemporanea misura dell’intensità della radiazione che ha attraversato il corpo, ottenuta da un insieme di sensori.


In questa tecnica non viene quindi prodotta in nessun modo un’immagine radiografica diretta o proiettiva, ma quello che noi vediamo sul monitor o nelle stampe è il risultato della ricostruzione delle densità radiografiche eseguita dal computer dell’apparecchio. Complessi programmi basati su algoritmi di matematica superiore permettono, partendo dai dati di intensità dei raggi X che hanno attraversato il paziente, di ricostruire la mappa della distribuzione delle densità radiografiche all’interno del piano esaminato.

Questa mappa è costituita, come ogni immagine digitale, da un insieme di celle elementari di informazione numerica denominate voxel (da volume element): rappresentate sotto forma di scala di grigi esse costitutiscono l’immagine TC finale. Poichè le gradazioni di intensità che vengono analizzate e registrate dall’apparecchio sono molte di più delle sfumature di grigi che possono essere individuate dall’occhio umano, diviene necessario delimitare, per ogni immagine TC, l’ampiezza dell’intervallo di densità rappresentato come variazione proporzionale della scala di grigi.

L’intervallo che viene rappresentato correttamente e risulta leggibile in una data immagine è detto finestra TC: questa è caratterizzata dalla sua posizione nella scala delle densità e dalla sua ampiezza. Risulta evidente che quanto più stretta è la finestra, e quindi è più limitato l’intervallo di densità rappresentato, tanto maggiore sarà il contrasto dell’immagine, e viceversa (riunito odontoiatrico).

Inoltre, a seconda della posizione della finestra, l’operatore potrà scegliere le densità e quindi il tipo di strutture visualizzate correttamente nell’immagine.
Ad esempio, per osservare le formazioni maggiormente radiopache, come l’osso e il dente, sarà necessario impiegare una finestra centrata sulle densità maggiori. Al contrario, tessuti e aree più radiotrasparenti, come le parti molli, il grasso o il polmone, richiedono l’impiego di finestre centrate sulla porzione meno intensa della scala delle densità.

Tutte queste operazioni sono rese più semplici dal fatto che il computer della TC assegna a ciascuna cella elementare dell’immagine o voxel un valore numerico che ne individua la densità radiografica. Questi numeri corrispondono a una scala di radiopacità che prende il nome di HU da Hounsfield Units (G.N. Hounsfield è stato uno dei due inventori della TC e premio Nobel).

In questa scala viene posta uguale a zero la densità radiografica dell’acqua pura: valori negativi corrispondono a zone più radiotrasparenti (grasso, aria), mentre valori positivi sono attribuiti alle formazioni più radiopache, con una scala numerica via via crescente dai parenchimi all’osso trabecolare e corticale fino al metallo.

Le indagini TC eseguite ai fini implantari sono principalmente dirette allo studio di formazioni ossee e vengono quindi di norma visualizzate con finestre centrate sulla densità dell’osso (da 300 a 800 HU circa). Va però sottolineato che la scelta della finestra TC non è mai univoca e irreversibile, almeno fino a quando il file contenente i dati dell’esame è presente nel computer dell’apparecchio.

La scelta della finestra è un’operazione di post-processing informatico che può essere modificata sul computer in ogni momento senza dover per questo riesaminare il paziente.

Stomatiti : sintomi, cure e cause

Stomatite, è un termine generico per indicare una bocca infiammata e dolente, che può compromettere la capacità di una persona di mangiare, parlare e dormire . La stomatite può verificarsi ovunque all’interno della bocca, compreso l’interno delle guance, gengive, lingua , labbra e palato.

Tipi di stomatite

I tipi di stomatite includono:

●Dolore da afte: Le afte, note anche come ulcere aftose, di solito appaiono nelle guance, della lingua o all’interno del labbro.
●Herpes labiale : Sono piaghe piene di liquido che si verificano su o intorno alle labbra. Raramente si formano sulle gengive o sil tetto della bocca. L’herpes labiale forma una crosta ed è di solito associata con formicolio o bruciore prima che compaiano le piaghe.
●Irritazioni della bocca per varie cause.

L’irritazione può essere causata da:

●Mordersi la guancia, lingua o un labbro.
●Avere un apparecchio dentale, o un dente rotto.
●Utilizzo di tabacco da masticare.
●Bruciarsi la bocca ingerendo bevande o cibi troppo caldi
●Avere malattie gengivali (gengivite) o altro tipo di infezionei.
●Avere ipersensibilità a certe cose, come i cibi o farmaci.
●Avere alcune malattie autoimmuni che colpiscono la mucosa della bocca, come il lupus, malattia di Crohn, o malattia di Behcet .
●Assunzione di alcuni farmaci come la chemioterapia, antibiotici, farmaci utilizzati per l’artrite reumatoide , o l’epilessia.
●Radiazioni come parte del trattamento del cancro.

Sintomi della stomatite

Afte :

●Possono essere dolorose
●Di solito durano da 5 a 10 giorni
●Tendono a tornare
●Sono generalmente non associate a febbre

Herpes labiale:

●Spesso doloroso
●Di solito scompare in 7 – 10 giorni
●A volte associato a raffreddore o sintomi simil influenzali

Le Cause Della Malocclusione

Sono multifattoriali, cioè prevedono un insieme di fattori che contribuiscono in maniera sinergica a provocare il problema. Si ha spesso una componente ereditaria, soprattutto per le caratteristiche scheletriche facciali, ma i fattori ambientali: abitudini viziate (succhiamento del dito o uso del ciuccio oltre i 2 anni d’età, respirazione orale, interposizione della lingua durante la deglutizione, uso prolungato del biberon), o altre patologie (bruxismo, traumi, perdita di denti con alterazione della funzione masticatoria, tumori, etc.) sono i maggiori responsabili del problema.

Quali sono i sintomi della malocclusione?

La malocclusione può dare diversi sintomi, alcuni limitati al distretto orale o facciale altri possono coinvolgere la colonna vertebrale.

Vediamo quali sono i principali:

  • Difficoltà alla normale funzione masticatoria e fonetica;
  • Aumento del rischio di carie, parodontopatie e alterazioni a carico dell’articolazione temporomandibolare con: acufeni, vertigini o otalgie;
  • Asimmetria del viso;
  • Tendenza alla respirazione orale;
  • Ripercussioni alla colonna vertebrale, mal di schiena, cefalee da tensione muscolare, etc.

Malocclusione E Postura

È un campo un po’ controverso, ma è indubbia la correlazione tra l’occlusione e la postura grazie alle “catene cinematiche” ovvero ai vari fasci muscolari che collegano i vari distretti. Ad esempio, una contrattura ai muscoli nucali può portare ad una cefalea muscolo tensiva in regione temporale o frontale.

Una scorretta chiusura può portare ad una disfunzione cranio cervico mandibolare con le seguenti manifestazioni: mal di testa, acufeni, scorretta postura della colonna vertebrale, incoordinazione condilo meniscale all’articolazione temporomandibolare, presenza di click o lock, dolore, etc. Pertanto al fine di scongiurare tale evenienza è importante cercare di correggere il problema (macchina termoformatrice).

Malocclusione: Conseguenze

Non avere una corretta chiusura dei denti, come detto prima, può portare a diversi problemi, come già accennati.

Nel morso profondo la chiusura è molto serrata, i movimenti di lateralità durante la masticazione sono limitati, necessita di uno sblocco onde evitare problemi articolari o eccessivo traumatismo agli elementi dentari. La muscolatura masticatoria spesso si presenta ipertonica.

In presenza di morso aperto il danno non è solo funzionale ma anche estetico, in base all’entità dell’apertura anteriore, spesso è associato ad una contrattura dell’arcata superiore con relativo morso crociato. Si hanno problemi fonetici e la tendenza ad interporre la lingua durante la deglutizione che accentua il problema e ne complica la risoluzione.

Il Morso crociato o inverso è indice di un iposviluppo dell’arcata superiore, spesso presente nei respiratori orali o nei soggetti di terza classe scheletrica. Si ha una limitazione della funzione masticatoria e danno estetico, soprattutto nell’anteriore (Distillatore d’acqua).