Ampiezza biologica: attacco epiteliale e connettivale

L’ampiezza biologica è costituita dalle dimensioni del tessuti molli al di sopra del tessuto alveolare. È definita biologica in quanto in media non varia nei pazienti in salute e in malattia.

Nei tessuti peridentali l’ampiezza biologica è di circa 3-4 mm. Questa misura riveste un’importanza capitale nella programmazione protesico-conservativa, in quanto ogni violazione di questa ampiezza biologica o distanza (per es. margini protesici eccessivamente apicali) può determinare la formazione di tasche parodontali e perdita di attacco, nel tentativo biologico di ristabilire questa distanza fra osso e livello apicale dell’epitelio giunzionale (riunito dentisti).

L’interfaccia tra la superficie implantare e la mucosa comprende quindi due porzioni fra loro in continuità: l’epitelio giunzionale marginale, che occupa circa 2 mm in senso apico-coronale, e la zona di attacco connettivale che occupa 1-1,5 mm Questa zona è la cosiddetta dimensione biologica dell’impianto. In pratica, a seguito dell’inserzione implantare con lo stabilirsi dei tessuti molli perimplantari si avrà una distanza fra osso alveolare e margine orale dei tessuti molli pari a circa 3-3,5 mm.
Questa distanza è definita dimensione biologica in quanto laddove non si abbia tessuto molle a sufficienza per garantire uno spessore di circa 3 mm, si produrranno fenomeni di riassorbimento osseo tendenti a riprodurre questa misura. Si ritiene pertanto che questa dimensione biologica sia fisiologicamente necessaria al fine di avere una corretta e ottimale osteointegrazione (riunito dentisti).

Estrazione dei denti del giudizio inferiori: possibili conseguenze

Estrazione dei denti del giudizio inferiori: possibili conseguenze

Vorrei gentilmente chiedere (in materia ho zero conoscenze) se è mai accaduto che dopo l’estrazione di un dente del giudizio inferiore possa verificarsi una setticemia o una brutta infezione, addirittura pericolosa.

La maggior parte delle risposte che do in questa rubrica discendono da una lunga e diretta esperienza sul campo. In questo caso invece, per fortuna, non posso citare alcuna esperienza in merito mentre debbo risponderle riportandole la letteratura scientifica che afferma come, in rari casi, sia possibile che in occasione di estrazioni dei denti del giudizio inferiori, senza adeguata copertura antibiotica, possano evidenziarsi i gravi effetti che Lei ha descritto. Aggiungo che scrivere “in occasione” e non “in conseguenza” non sia casuale perché è l’infezione dell’osso circostante il dente del giudizio a determinare l’evento, non tanto l’estrazione. Se ne impara che non bisogna mai sottovalutare sia i denti del giudizio sia la terapia antibiotica che deve essere assunta per tutto il periodo prescritto (Lampada scialitica odontoiatrico).

Denti da latte insieme a quelli permanenti

Fin da bambina a mia figlia spuntavano i denti permanenti prima ancora che cadessero quelli da latte, così che aveva quasi un doppio strato di denti. Poi col tempo sono caduti quelli da latte e ora a 16 anni è ancora rimasto un molare da latte dietro a quello nuovo. Non le da fastidio, non ha nessun problema: è da estrarre? Cadrà da solo?

Ci vorrebbe la sfera di cristallo per darle una risposta utile, o almeno sensata, senza effettuare una visita. Diciamo che, di massima, la presenza di denti aberranti porta a lesioni di tipo parodontale anche se, apparentemente, non danno fastidio, e che quindi vadano estratti; nel suo caso certamente la situazione va comunque valutata da punto di vista radiografico (air prophy jet).

La sterilizzazione degli strumenti

E’ di estrema importanza la sterilizzazione degli strumenti utilizzati, per eliminare ogni batterio presente. Nello studio la disinfezione deve essre accurata e scrupolosa.

Di sicuro non è sempre possibile rimuovere completamente i batteri dalle apparecchiature odontoiatriche: lo sostiene il curatore del blog teethremoval citando innanzitutto una serie di articoli comparsi su diverse testate in questi ultimi anni, che hanno dato notizia di infezioni contratte da pazienti che erano stati sottoposti a trattamenti di odontoiatria o di chirurgia orale. In genere l’infezione può essere ricondotta alla mancata applicazione da parte degli operatori odontoiatrici di adeguati protocolli di disinfezione e sterilizzazione degli strumenti utilizzati (autoclave tattoo).

Tuttavia, anche quando vengono prese tutte le precauzioni consigliate, potrebbe in casi rari verificarsi un’infezione, come suggerisce uno studio pubblicato recentemente sulla rivista Water Research. Condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università di Poitiers (in Francia) coordinato da Damien Costa, la sperimentazione mostra che i disinfettanti raccomandati dalle aziende, che trattano le linee d’acqua del riunito odontoiatrico, in realtà non rimuovono tutti i batteri. Il riunito è una apparecchiatura complessa composta da componenti meccanici, circuiti elettrici e parti pneumatiche e rappresenta un sistema critico per il controllo delle infezioni. Nello studio, i ricercatori hanno analizzato tre disinfettanti, normalmente utilizzati dai dentisti europei per evitare la colonizzazione batterica delle linee d’acqua dentali, rilevandone purtroppo un’efficacia solo parziale.

Il fattore più preoccupante è che nessuno dei disinfettanti testati è stato in grado di uccidere le amebe (Vermamoeba vermiformis), ciò vuol dire che esiste un pericolo per pazienti e dentisti anche dopo che le linee d’acqua sono state sterilizzate”.

Potrebbe essere importante e utile costituire un valido ausilio nella prevenzione della formazione di biofilm.

E’ essenziale prima di tutto utilizzare acqua di buona qualità e che non sia già contaminata; in secondo luogo applicare comunque un disinfettante e infine evitare la stagnazione dell’acqua nelle apparecchiature.

Si raccomanda comunque di seguire scrupolosamente i protocolli di manutenzione dei riuniti, che prevedono ben precise operazioni dopo ciascun paziente, all’inizio e alla fine della giornata (Termosigillatrice millseal).