L’ampiezza biologica è costituita dalle dimensioni del tessuti molli al di sopra del tessuto alveolare. È definita biologica in quanto in media non varia nei pazienti in salute e in malattia.
Nei tessuti peridentali l’ampiezza biologica è di circa 3-4 mm. Questa misura riveste un’importanza capitale nella programmazione protesico-conservativa, in quanto ogni violazione di questa ampiezza biologica o distanza (per es. margini protesici eccessivamente apicali) può determinare la formazione di tasche parodontali e perdita di attacco, nel tentativo biologico di ristabilire questa distanza fra osso e livello apicale dell’epitelio giunzionale (riunito dentisti).
L’interfaccia tra la superficie implantare e la mucosa comprende quindi due porzioni fra loro in continuità: l’epitelio giunzionale marginale, che occupa circa 2 mm in senso apico-coronale, e la zona di attacco connettivale che occupa 1-1,5 mm Questa zona è la cosiddetta dimensione biologica dell’impianto. In pratica, a seguito dell’inserzione implantare con lo stabilirsi dei tessuti molli perimplantari si avrà una distanza fra osso alveolare e margine orale dei tessuti molli pari a circa 3-3,5 mm.
Questa distanza è definita dimensione biologica in quanto laddove non si abbia tessuto molle a sufficienza per garantire uno spessore di circa 3 mm, si produrranno fenomeni di riassorbimento osseo tendenti a riprodurre questa misura. Si ritiene pertanto che questa dimensione biologica sia fisiologicamente necessaria al fine di avere una corretta e ottimale osteointegrazione (riunito dentisti).